Masnada Teatri
Manifesto

 

Nella primavera 2009 diverse Compagnie di teatro, inteso in molteplici e variegatissime accezioni, decidono di incontrarsi regolarmente, stabilire un minimo contatto, anche solo guardarsi in faccia, in questo nostro piccolo asfittico mondo, spesso composto da isolati narcisi. Come inevitabile, e forse sano, ciascuno rivendica immediatamente la propria autonomia stilistica: difficile quindi stabilire unanimi artistici intenti. Si opta perciò per un minimo comun denominatore: il «mutuo soccorso». Scambi di informazioni, eventuale condivisione di meri mezzi tecnici od esperienze pratiche: anche solo il prestito di un proiettore, di un furgone, o la segnalazione di una scadenza burocratica.

Da qui il nome Masnada, aggregato disordinato, definizione rumorosa e turbolenta se vogliamo, ma subito identifichiamo proprio questa grande diversità come la prima nostra risorsa.
Tra entusiasti nuovi arrivi e fisiologiche defezioni, ma sempre più riconoscendo anche solo la preziosità dell’incontrarsi, la rete Masnada continua a tessere una trama, che si infittisce e rinsalda in questi ultimi terribili mesi di ristrettezze e costante vilipendio per lo spettacolo e la cultura in generale. Durante i nostri incontri però, nessuno ha intenzione di avvilirsi in piagnistei ed orazioni funebri elencando la pur crescente penuria di mezzi economici e produttivi: noi scegliamo, e sceglieremo di esprimerci sempre e comunque, nelle reciproche diverse forme di spettacolo, regia, scrittura teatrale e messinscena, indipendentemente da committenti, danari o riscontri(ni…): siamo vocati! Non disdegneremmo certo maggiori entrate, numeriche finanze od attenzioni di enti preposti, ma abbiamo fatto, facciamo e faremo, con austero e circostanziato impiego di ogni centesimo, sia
esso pubblico, privato o privato investito nostro.

 

12.3.2011
mar_te

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