Masnada Teatri
Botta e risposta con Leo
Categories: Teatro e politica

Ciao,

vi scrivo il botta e risposta tra me e il consigliere regionale Giampiero Leo a proposito di un’audizione del Consiglio Regionale del Piemonte a cui ho assistito. Queste tre lettere(delle mie Repubblica ha fatto un riassunto) sono state pubblicate su Repubblica/Torino. (la prima anche su Torino sette)

Marco M.

PRIMA LETTERA (la versione integrale è  sul blog)

I consiglieri regionali ci hanno snobbato

12 giugno 2011 —   pagina 11   sezione: TORINO

UN po’ me lo immaginavo, ma esserci è diverso. Sono un cittadino inesperto di riunioni politiche ma partecipare ad un’audizione del Consiglio Regionale del Piemonte concessa all’Agis, del quale come rete di giovani compagnie teatrali faccio parte, mi ha completamente disilluso.

I rappresentanti politici, di qualunque colore, leggevano il giornale o rispondevano, a voce alta, a cellulari che squillavano, continuamente, con suonerie forti. Alcuni sono arrivati anche un’ora e mezza dopo l’inizio della seduta, altri sono andati via dopo venti minuti dall’inizio. Nessuno ha ascoltato una parola dei membri dell’Agis. L’assessore regionale alla cultura non si è proprio presentato La tentazione è: non voglio mai più vedere niente del genere. Non vorrei mai più vedere tutto questo per non provare la vergogna di aver contribuito anch’io ad eleggere queste persone che dovrebbero rappresentarmi.

RISPOSTA DI GIAMPIERO LEO

Ho seguito con attenzione l’audizione Agis in Piemonte

19 Giugno 2011 – sezione Torino

Non so a quale audizione abbia partecipato l’illustre signor Marco Monfredini ma certo non a quella in cui c’ero anch’io. Lo dico a titolo personale(ma so che molti altri miei colleghi potrebbero fare la stessa affermazione) perché non mi ritrovo assolutamente nella descrizione fornita nella lettera pubblicata su Repubblica di domenica 12 giugno 2011:<i rappresentanti politici,di qualunque colore, leggevano il giornale o rispondevano, a voce alta, a cellulari che squillavano continuamente, con suonerie forti. Alcuni sono arrivati anche un’ora e mezza dopo l’inizio della seduta, altri sono andati via dopo 20 minuti dall’inizio. Nessuno ha ascoltato una parola dei membri dell’agis>
Io, come si può evincere dalla firma elettronica e dai verbali, sono arrivato puntualissimo, ho lasciato l’aula ben dopo la fine della seduta, ho seguito parola per parola l’intervento dei rappresentanti dell’agis, ho interloquito con loro, sono stato addirittura scherzosamente richiamato dal presidente della commissione per la durezza dei miei interventi e in seguito alla riunione ho predisposto con altri colleghi un comunicato stampa e formulato una proposta di intervento.
Spero che il signor Monfredini abbia l’onesta intellettuale di riconoscere quanto affermo, che peraltro è ampiamente documentato, e non voglia invece appartenere a quella schiera di demagoghi che fanno di tutta l’erba un fascio per avere poi l’alibi di rifuitare le regole e i metodi di democrazia.

RISPOSTA MIA (REPUBBLICA)

Schiamazzi in Regione una replica a Giampiero Leo

03 luglio 2011 —   pagina 13   sezione: TORINO

GIAMPIERO Leo, a una mia lettera su Repubblica dove affermavo, tra l’altro, che «i rappresentanti politici di qualunque colore in consiglio regionale leggevano il giornale o rispondevano, a voce alta, ai cellulari», risponde cercando di relegarmi «nella schiera di demagoghi che fanno di tutta l’erba un fascio per avere poi l’alibi di rifiutare le regole e i metodi della democrazia». Non mi pare una risposta adeguata a una critica che non indicava responsabilità di parte, ma esprimeva la preoccupazione di un cittadino nel vedere il diffusissimo clima di disinteresse di rappresentanti di organi istituzionali. «Non so a quale audizione abbia partecipato l’illustre signor Monfredini, non certo a quella in cui c’ero anch’io» e forse è davvero così. Probabilmente chi fa politica di mestiere non si accorge più di quello che succede ogni giorno. Consiglierei a Leo di provare ad assistere, anche solo per una volta, come semplice cittadino prestando attenzione a quello che succede. Anche questo è un modo di rispettare la democrazia.

RISPOSTA MIA INTEGRALE

Vorrei rispondere all’illustrissimo consigliere regionale Giampiero Leo che,dopo la pubblicazione di un mia lettera su Repubblica che descriveva un’audizione del Consiglio Regionale del Piemonte dove affermavo, tra le altre cose, che ”i rappresentanti politici qualunque colore leggevano il giornale o rispondevano, a voce alta, a cellulari che squillavano continuamente con suonerie forti…”, non essendo d’accordo, ha  risposto cercando di relegarmi “nella schiera di demagoghi che fanno di tutta l’erba un fascio per avere poi l’alibi di rifiutare le regole e i metodi della democrazia” .

La mia descrizione forse difettava leggerissimamente poiché in preda al disorientamento derivato da ciò che avevo visto, mi è stato difficile esplicitare il fatto che qualche consigliere avesse ascoltato le formulazioni dei rappresentanti dell’Agis. Ma il caro Leo può benissimo comprendere che, in un’aula dove ci sono una trentina di persone che si comportano come ho descritto nella mia lettera, i pochi elementi fuori dal coro non cambiano la sostanza di ciò che è accaduto. Può capire che non avendo criticato nessuno in particolare, ma il consiglio Regionale nel suo insieme, il mio racconto non puntava il dito su nessuna individualità, ma esprimeva la preoccupazione di un cittadino nel vedere il diffusissimo clima di disinteresse di rappresentanti di organi istituzionali.

Mi viene da pensare avendo letto l’esordio della sua lettera “non so a quale audizione abbia partecipato l’illustre signor Marco Monfredini, ma non certo a quella in cui c’ero anch’io” che sia davvero così. Forse abbiamo partecipato contemporaneamente a due eventi diversi. Probabilmente perché chi fa politica di mestiere e partecipa ad un consiglio regionale quotidianamente, non si accorge più di quello che, per prassi, succede ogni giorno.

Non è più in grado di farlo come un elemento esterno che arriva in un luogo in cui non è mai stato e presta la massima attenzione a quello che sta accadendo.

Io ho spento il cellulare quando sono entrato in aula perché credevo che li ci fossero persone che non potessero essere disturbate dallo squillo del mio telefonino. Ma mi sono trovato di fronte ad uno spettacolo ben diverso che, continuo ad affermare, corrisponde a quello che ho descritto nella mia lettera. Ho cercato il confronto con altri partecipanti presenti all’audizione –a cui avevo partecipato io e contemporaneamente assenti a quella di  Leo- e ho constatato che anch’essi sono usciti con lo stesso stato d’animo e le medesime considerazioni.

Consiglierei a Giampiero Leo di provare ad assistere, anche solo per una volta, come semplice cittadino prestando la massima(anche se in realtà sarebbe necessaria anche solo la minima) attenzione a quello che succede. Forse, per uno strano scherzo del destino, sarò stato molto sfortunato io ad aver presenziato nell’unica volta in cui è accaduto quello che ho descritto.

La mia onestà intellettuale mi ha spinto a risponderle e a farlo rispettando le regole e i metodi della democrazia.

 

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