Masnada Teatri
Un consiglio al Consiglio Regionale
Categories: Teatro e politica

CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE

Audizione del Consiglio con L’AGIS (Associazione Generale Italiana Spettacolo)

Tema: NORME IN MATERIA DI PROMOZIONE DELLE ATTIVITA’ DI SPETTACOLO PER LO SVILUPPO DEL SISTEMA CULTURALE, SOCIALE ED ECONOMICO REGIONALE

Torino, 01/06/2011 h. 9,30

 

Un po’ me lo immaginavo, ma esserci è diverso.

Un po’ me lo aspettavo, ma altro è vederlo con i propri occhi e sentirlo con i propri organi.

L’indignazione e il disgusto sono i sentimenti più facili da provare per chi, come me, cittadino inesperto di riunioni politiche, consigli regionali, comunali e quant’altro, spera ancora che qualcuno onesto, interessato e forse chieder troppo” illuminato”, esista ancora.

Partecipare quindi ad un’audizione del Consiglio Regionale del Piemonte concessa all’AGIS, del quale come rete di “giovani” compagnie teatrali faccio parte, è stato per me causa di convulsioni fisiche e intellettuali.

L’Agis interloquiva con il Consiglio per esporre le criticità del settore culturale per i tagli ai finanziamenti degli ultimi anni, per richiedere l’apertura di un tavolo di crisi e di confronto per trovare nuove soluzioni e per comunicare i dati riguardanti l’indotto economico generato dal settore culturale.

Non è accettabile assistere a un discussione in cui rappresentanti politici (di qualunque colore) leggono il giornale, rispondono a voce alta e continuamente a cellulari che squillano con suonerie che disturbano ogni trenta secondi. Vedere continuare a parlare vivacemente e sonoramente persone che non hanno ascoltato nemmeno una parola delle diverse esposizioni sulle richieste-problemi da parte dei vari membri dell’Agis (che anche solo per EDUCAZIONE a una persona -normale- non verrebbe mai in mente di fare). Osservare che diversi membri arrivino anche un’ora e mezza dall’inizio della seduta, o vadano via dopo venti minuti dall’inizio. Concepire l’assenza dell’assessore alla cultura, principale interlocutore.

Stupirmi di fronte al presidente della commissione che, come dice lui ridendo, “per giustificare in qualche modo la mi presenza qui” , ammonisce un membro dell’Agis reo durante la discussione di aver passato la parola autonomamente ad un suo collega. Sentirlo poi fare battute da terza elementare nel presentare Giampiero Leo (sempre molto sorridente ma non molto interessato alla discussione precedente, forse perché essendo stato assessore alla cultura in passato, pensa di conoscere già tutti i problemi del settore, infatti le domande che pone sono retoriche e lui stesso dice essere sempre le stesse da 10 anni e che “solo durante la mia giunta sono state trovate risposte”) chiamandolo “il cantante dei Subsonica” (vista un citazione del responsabile del settore Musica dell’Agis che ha attribuito a Leo il merito di essersi occupato, a suo tempo, maggiormente rispetto ad ora, nei confronti di gruppi musicali del territorio, come i Subsonica).

Il fegato si torceva in indicibili sofferenze nel vedere tutto questo disinteresse, questo esserci senza esserci. Nell’accorgermi della maleducazione diffusa. Al pensare che queste persone siano li per fare il loro lavoro che è quello di occuparsi concretamente di questi problemi,come di tutti gli altri al quale sono chiamati a trovare soluzioni.

Non vorrei mai più vedere in una seduta del genere neanche i cellulari accesi. (io che non dovevo nemmeno intervenire appena sono entrato per RISPETTO del loro lavoro l’ho spento). Non vorrei più vedere consiglieri che si scambiano giornali e poi non alzano lo sguardo per tutta la durata degli interventi impegnati nella lettura di notizie sicuramente più importanti di quelle per cui sono chiamati ad essere li presenti. Non vorrei più vedere consiglieri che danno le spalle fisicamente a chi sta parlando e trovarmi di fronte ad un viavai di  gente…e al chi saluta uno e chi l’altro.

Non vorrei più assistere alla provocazione di un consigliere di sinistra che chiede come mai l’assessore non sia presente e se fosse a conoscenza che la campagna elettorale come sindaco fosse orami terminata(trattasi di Michele Coppola avversario di Fassino)e sentire il  mitico presidente umorista rispondere, sempre prontamente, con un imbarazzo che nemmeno riusciva a nascondere, che aveva un impegno. Ascoltare lo stesso, chiamiamolo provocatore di sinistra, (dopo anche lui aver parlato ed essersi distratto durante le esposizioni) riuscire a fare un BRILLANTE e ILLUMINATO intervento chiedendo se si potesse fare qualcosa per la SIAE che ucciderebbe i giovani artisti…poiché suo figlio( o parente non ricordo) ingegnere con la passione della batteria si lamenta che non riesce a ingranare nella musica grazie anche alle penalizzazioni fiscali della SIAE.

Non avrei voluto e non vorrei sentire nelle viscere che quelle persone per le quali in questo momento non provo che vergogna, le ho messe lì anch’io e mi dovrebbero rappresentare.

Non è retorica.

Come dicevo all’inizio un conto è immaginarlo, un conto è vederlo.

E non si può tacere di fronte ad uno squallido spettacolo dal vivo del genere.

C’era un coppia agguerrita che dal primo momento all’ultimo non ha smesso di disturbare e di parlare a voce alta ,quasi fossero a casa loro, di argomenti totalmente estranei al contesto. E’ mancato un soffio, e ora me ne pento, all’alzarmi e interrompere la riunione per fare presente a questi “figuranti” che (li non fossero al mercato e che) sarebbe stato loro DOVERE partecipare, ascoltare, intervenire in silenzio, con i cellulari spenti, prestando la massima attenzione e sensibilità a quello che li dentro stava accadendo. Perché quello è il loro lavoro e sono li proprio per fare quello.

Come cittadino resto allibito di fronte a questa indifferenza.

Come regista teatrale e quindi operatore culturale resto senza speranza per quello che “questa gente” possa fare per la cultura e la società.

Un conto è immaginarlo, un conto è esserci.

Cosa si può fare contro tutto questo? Di sicuro non si può tacere.

 

M.Monfredini

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